La Pratica filosofica di comunità per “la città dell’umano”
Eutropian, attraverso le diverse professionalità dei suoi soci/socie e collaboratrici/tori, sta avviando una progettazione educativa che assume come elemento centrale dei processi di rigenerazione e pianificazione urbana partecipata l’uso della Pratica filosofica di comunità.
La Comunità di ricerca filosofica (o CDRF) è il dispositivo utilizzato per favorire lo sviluppo di un processo partecipativo multilivello, di “pensiero complesso”, per quel tipo di azioni che prevedono un coinvolgimento di gruppi di cittadini/cittadini interessati a confrontarsi su determinate questioni:
- riflessione argomentare in modo logico, presentare buone ragioni
- creazione rivedere, elaborare o consolidare idee e opinioni rispetto a un oggetto comune
- affettività (caring) decidere empaticamente, attivare un pensiero “interessato” a partire dall’esperienza.
Non si tratta solo di una “metodologia” per comunicare insieme in modo empatico facendosi carico delle emozioni dell’altro (circle time), o di “problem solving” partecipato (focus group), ma è un contesto in cui si produce una ristrutturazione e modellizzazione delle relazioni sociali e del ruolo dell’uomo nella città in chiave democratica.
I soggetti che partecipano alla CDRF sono messi nella condizione di chiarificare la loro visione del mondo e di poter acquisire, in un tempo adeguato, una serie di “abiti sociali” regolativi: stare insieme come comunità ragionante; pensare e parlare ascoltando e rispettando il pensiero/le opinioni dell’altro; connettere gli elementi di una situazione problematica in un quadro di insieme.
- Opportunità formative
Eutropian propone percorsi di Pratica filosofica di comunità sui temi della rigenerazione urbana, servendosi anche degli strumenti della Psicologia di comunità. Ha come finalità: accrescere le capacità cognitive complesse: abilità linguistico-espressive, creative-immaginative (pensiero innovativo) ed emotivo-sociali.
Destinatari:
- istituzioni scolastiche (studenti, docenti/educatori, personale ATA, genitori);
- gruppi sociali coinvolti nei processi partecipativi nell’ambito delle attività di rigenerazione urbana;
- professionisti del settore urbanistico;
- professionisti del terzo settore e ambito gestione del personale.
La Pratica filosofica di comunità può essere declinata come:
- Philosophy for Children (P4C) nella comunità scolastica
- Philosophy for Community (P4Co) nella comunità sociale, intesa come aggregazioni formali e
informali di persone che si ritrovano in determinati luoghi sociali (ospedali, carceri, aziende, etc.) per determinati interessi e bisogni.
- Philosophy for Children è il programma pedagogico nato a metà degli anni Settanta per iniziativa del filosofo statunitense di formazione pragmatista Matthew Lipman, e dei suoi collaboratori. Si tratta di un vero e proprio curriculo, con materiali e testi specifici. Si ispira alla proposta dei filosofi pragmatisti Peirce e Dewey della “Community of Inquiry”, un modello di indagine riflessiva in comune che parte dall’esperienza umana, tenendo conto di tutte le sue dimensioni: logico-razionale, etico-valoriale ed estetico-creativa. Ha il suo centro propulsore nell’Institute for the Advancement of Philosophy for Children / IAPC, ed è oggi diffusa in più di 60 paesi del mondo, supportata da federazioni europee di studiosi e operatori internazionali (cfr. la European Foundation for the Advancement of doing Philosophy with Children – SOPHIA e l’International Council of Philosophical Inquiry with Children – ICPIC), che ne promuovono le sperimentazioni. Dalla fine degli anni ’90 si è diffusa anche in Italia ed è divenuta patrimonio dell’UNESCO grazie all’interessamento della sua Division of Philosophy, che ne ha riconosciuto alcune specifiche potenzialità educative: sviluppo, analisi e formazione in comune dei concetti, implementazione delle abilità di ragionamento e di problematizzazione.
- Philosophy for Community (P4Co) è un programma, di derivazione dalla P4C, che promuove il dialogo riflessivo con gruppi di adulti in contesti formali (aziende private, organizzazioni di terzo settore, pubbliche amministrazioni, etc.) e informali (gruppi di cittadini che si incontrano su un tema di interesse comune). Si presenta come potenziamento e sviluppo delle abilità di pensiero complesso nella dimensione sociale dell’apprendimento. É una attività di meta-cognizione, riflessione consapevole su contenuti e processi adottati, nonché di capacità di controllo su di essi. Coinvolge le attività mentali in modo multidimensionale: aspetti razionali, emotivi e creativi.
- Processi partecipativi. Favorisce una modalità di “pensare in dialogo” che implica l’acquisizione di abilità di auto-regolazione e di sospensione temporanea del giudizio rispetto a risposte e pensieri automatici, nonché di elaborazione creativa di significati nuovi. In tal modo, l’esito è la creazione comune di una nuova visione e di un nuovo ordine rispetto alla situazione problematica iniziale, con la relativa amplificazione delle abilità di innovazione rispetto al contesto e di lavoro di squadra.
- Professionisti. Seguendo il modello del cosiddetto “professionista riflessivo” di Donald Schön, contribuisce all’implementazione di abilità e operazioni di pensiero specifiche attraverso la formazione al pensiero complesso.